mercoledì 27 agosto 2008

Serie C2 - Intervista a Guido Boni nuovo coach del Basket Roveleto




dal sito ufficiale:



Ciao Coach e benvenuto alla tua prima intervista per il nostro sito.Cominciamo con qualche domanda di riscaldamento: leggendo il tuo curriculum, nonostante la giovane età, si legge di svariate esperienze sia a livello senior che giovanile: quale è stata quella più stimolante?


Beh, prima di iniziare questa intervista, mi sembra doveroso salutare tutti i miei nuovi amici! Con alcuni c’è già stata l’occasione di farlo di persona in palestra, con altri ci sarà sicuramente con l’inizio della nuova stagione.Vedo che si parte subito con una domanda “difficile”!Direi cha andando a riguardare quello che ho vissuto in questi anni pieni di Pallacanestro, sono due le esperienze che ritengo mi siano state sia utili che stimolanti al tempo stesso.La prima che ricordo è stata sicuramente la stagione da capo allenatore in C1 nel 2004/2005 con la Pallacanestro Modenese. La ricordo per la straordinaria intensità con cui è stata vissuta.Probabilmente ha rappresentato la pagina di chiusura di un progetto a cui avevo dato anima e corpo, che mirava a dimostrare che avendo il coraggio di puntare sui giovani, con il lavoro e con l’organizzazione era possibile ottenere ottimi risultati. Purtroppo, servendo anche il vil denaro, ci siamo trovati ad affrontare quella stagione con una squadra che definire giovanissima era fin poco chiarificatore (2 ’85, 3 ’87 e tutti gli altri dell’88…..4 anni fa…). Ma a me le sfide piacciano! Nonostante tutti scommettessero sull’impossibilità di poter anche solo giocare qualche partita, noi non ci siamo dati per vinti e chiudendoci in palestra siamo riusciti a sfiorare la possibilità di salvezza nonostante la perdita di giocatori importantissimi come Petrazzuoli (quest’anno play di riserva a Sant’Antimo in B Ecc…) e Righi. Vedere questi ragazzi rincorrere e provare a materializzare un sogno con tutta la loro determinazione, mi ha dato una grandissima soddisfazione. In più, quella stagione è stata utilissima perché, visto le premesse, ho potuto fare tantissimi esperimenti in palestra che sicuramente mi hanno permesso di fare un grosso miglioramento nel modo di insegnare la Pallacanestro.L’altra esperienza particolarmente significativa c’è stata l’anno successivo. Infatti, ho avuto la fortuna di essere chiamato dalla Virus Siena per fare il Vice in B Ecc. e allenare la squadra Juniores. Per me, grande appassionato di basket giovanile e di giovani, finire in uno dei migliori settori giovanili d’Italia rappresentò il raggiungimento di un obiettivo importante.Qui ho potuto vivere la realtà del Basket professionistico con tutti gli aspetti positivi e quelli negativi del caso. Ma la cosa più motivante è stata sicuramente la possibilità di poter allenare giocatori di grandissimo talento. Confrontarti giornalmente con questi ragazzi ti obbliga sempre a provare a fare un piccolo salto di qualità in modo da essere all’altezza di provare ad insegnare loro qualcosa.


A livello giovanile quali sono stati i giocatori più forti che hai allenato? E a livello senior?

A livello giovanile non ho molti dubbi: Roberto Rullo. L’anno prossimo sarà nel roster della Benetton Treviso da giocatore “vero” e credo che potrà fare molto bene. In certi momenti di certe partite potevi sederti in panchina e goderti lo spettacolo.Oltre a lui ho avuto il piacere di allenarne molti altri come Giuri (quest’anno in Lega 2 a Livorno), Cutolo (quest’anno in B Ecc a Firenze), Alessandri (decisivo nella promozione di Palestrina in B Ecc.), Selicato (quest’anno in A1 a Montegranaro), Brunetti (quest’anno in B Ecc. a Fossombrone), Petrazzuoli (quest’anno in B Ecc. a S.Antimo), Carretti e Lo Tufo (quest’anno in C1 a Novellara)Anche tra i senior (dove comunque ho sempre allenato squadre giovanissime) non ho molti dubbi: Riccardo Righi. Ragazzo fantastico da un punto di vista umano, pieno di qualità tecniche e di capacità tattiche che gioca in C2 solo per scelte personali, altrimenti sarebbe chiaramente da serie superiori.


Leggiamo inoltre dal tuo curriculm, che sei stato per alcuni anni collaboratore di Stefano Pillastrini (illustre allenatore di serie A, quest’anno accasatosi nella retrocessa Pallac.Varese) in alcuni camp estivi: cosa ricordi maggiormente di quelle esperienze?


Ho lavorato al Camp di Stefano per molti anni consecutivamente. Di quegli anni ricordo le notti passate a parlare e discutere di pallacanestro con lui e con i tanti amici che erano lì con noi. Si svariava dalla tecnica fine fino alla tattica, per arrivare alle varie idee di squadra possibile. E’ chiaro che il suo conoscere la Pallacanestro è molti piani sopra, ma è bello vedere che anche nella Pallacanestro che “conta” le idee e il modo di allenarsi non sono poi tanto diversi. La cosa che fa la differenza è il modo di esporre e far applicare le proprie idee alla squadra. Guardando Pilla allenare, ho potuto riflettere molto anche su me stesso e su come poter migliorare nel mio modo di essere allenatore.


Veniamo ora al presente o comunque al recente passato: Cosa ti ha fatto propendere per questa impegnativa scelta di accettare la panchina del Basket Roveleto?


Perché la definisci impegnativa? Certo, per me Roveleto non è proprio dietro l’angolo, ma non sarà certo un viaggio a farmi paura. Quando io prendo una decisione è perché quello che mi è stato prospettato mi ha convinto, e quando io sono convinto di qualcosa, quel qualcosa per me diventa il meglio possibile.Parlando con i dirigenti, mi è stato subito chiaro di avere a che fare con una società seria, organizzata e con le idee chiare. Io ho voglia di mettermi in discussione. Dopo una vita trascorsa alla Scuola Basket Modenese, ho sentito che il rapporto era ormai un po’ stanco e ho preferito cercare nuovi stimoli. La società vuole fare molto bene e a me le sfide piacciono quindi, incontrarsi è stato un attimo.


Nella scorsa stagione hai allenato la Pallacanestro Modenese, sempre in C2, cosa vorresti portare (in termini di gioco, carattere ecc) di quella squadra, nella nuova avventura che ti accingi ad affrontare?


Come prima cosa l’attitudine al lavoro. Noi siamo sempre andati in palestra per lavorare. Col sorriso sulle labbra, ma per lavorare con attenzione e serietà. E poi il carattere. Anche nelle difficoltà non ci davamo mai per vinti.In termine di qualità di gioco, diventa difficile dare una risposta. Io amo il gioco in campo aperto e il gioco fatto di letture contro la difesa schierata. Certo è che dovrò adattare le mie idee al tipo di squadra che allenerò e di sicuro verranno apportate molte modifiche rispetto a quello che potevo proporre lo scorso anno.


Del Basket Roveleto 2007-2008 , che hai affrontato 2 volte nella scorsa stagione, cosa ti piaceva e quali erano invece i punti deboli?


Per me il Basket Roveleto dello scorso anno era una squadra molto talentuosa che ha espresso a tratti un’ottima pallacanestro. Aveva fisicità, ma anche qualità tecniche importanti che gli permettevano di adattarsi con facilità a tutti gli avversari. Sulle pecche da un punto di vista tecnico-tattico non mi esprimo perché, non essendo stato dentro la situazione e non avendovi visto giocare moltissime volte, non posso sapere il perché e il per come si giocasse un certo tipo di Pallacanestro.Quello che posso dire è che ho notato che sono stati lasciati molti punti in campi non impossibili e questo, forse, denotava la propensione a perdere in concentrazione quando gli impegni non erano considerati di alto livello. Di sicuro questo sarà un aspetto su cui proveremo ad intervenire nella stagione che verrà.


Che basket cercherai di far interpretare alla tua squadra la prossima stagione?


Proveremo a giocare una Pallacanestro briosa, fatta di difesa intensa e tanto contropiede. Contro le difese schierate cercheremo di essere il più duttile possibile. Avremo tante alternative e cercherò di fare in modo di renderle il più possibile efficaci. Di sicuro lavoreremo molto sui tempi del gioco.Io, per caratteristiche mie, sono particolarmente pignolo sugli aspetti difensivi e quindi cercheremo di trovare un’identità precisa e molto forte da questo punto di vista.Mi rendo conto che alcune cose che ho detto suonano come luoghi comuni. Tanti allenatori le ripetono prima dell’inizio della stagione e poi magari non riescono a metterle in pratica. Noi ci proveremo e poi alla fine dell’anno ci ritroveremo qui e vedremo se ci saremo riusciti.


Senti un po’ la pressione di poter confermare un buon risultato come quello della scorsa stagione (sfiorata la semifinale per la promozione)?


Allenare (specialmente una prima squadra) vuol dire sopportare delle pressioni. Se uno non vuole le pressioni, forse è il caso che faccia scelte diverse. Per me il risultato dello scorso anno è stato ottimo ed è sicuramente stato uno dei motivi che mi ha convinto a scegliere di venire ad iniziare quest’avventura. Vuol dire che qui si può lavorare bene in previsione di ottenere un risultato importante.


Cosa pensi della prospettiva di una C2 a 26 squadre (ovvero 2 gironi da 13) e delle formule proposte dalla federazione?


Francamente aspetterei ad esprimermi. Mi sembra che ancora sia tutto poco chiaro, solo dopo il 7 Luglio si avrà un quadro più preciso della situazione. Io spero in una C2 a 24 squadre con una modifica della formula rispetto a quella della scorso anno, anche se è più probabile che alla fine si arrivi a 26 squadre. Certo è che le formule proposte fino ad oggi dalla FIP mi sembrano abbastanza cervellotiche.Comunque aspetteremo comunicazioni ufficiali e poi faremo in modo di essere pronti ad adeguarci ad ogni eventualità.Se dovessi stilare una graduatoria delle priorità che deve avere una tua squadra, nelle prime 3 posizioni cosa scriveresti?
Giocare insieme
Fare bene le cose facili
Tenacia


Come ogni intervistato hai a disposizione tutte le righe che vuoi per scrivere quello che vuoi….


Questa sembra una di quelle domande alla Gigi Marzullo: “Fatti una domanda e datti una risposta”.Nella prossima stagione mi troverò ad entrare in un “mondo” nuovo. Un mondo che, guardandolo dall’esterno, mi ha fatto un’ottima impressione. Spero che il mio arrivo possa aiutare questo mondo a crescere ancora e, viceversa, spero che questo mondo possa aiutare me a diventare un pochino migliore rispetto al passato. Crescere insieme rappresenterebbe un traguardo importante. Sarà fondamentale porsi degli obiettivi e lavorare giornalmente per provare a raggiungerli. La squadra che disputerà il campionato di C2 dovrà essere il traino di un movimento che sta crescendo grazie all’impegno, alla competenza e alla passione di tante persone. Mi piacerebbe vedere in palestra tanti bambini in grado di identificarsi nella realtà in cui stanno crescendo. Sarebbe il segnale più importante che possa venir dato al lavoro della società.Ciao a tutti!


Non ci resti che augurare al neo coach "buon lavoro"!!!


fonte:



1 commento:

Anonimo ha detto...

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